“Utero in affitto” o “Gestazione per altri”?

“Utero in affitto” o “Gestazione per altri”?

15 Set 2023
Avv. Ilaria Fenaroli

 

Gestazione per altre persone: un po’ di chiarezza.

Cosa si intende per gestazione per altri

La gestazione per altri è una forma di procreazione medicalmente assistita in cui una donna terza rispetto alla coppia che acquisirà la responsabilità genitoriale del nascituro porta avanti la gravidanza.

La scelta delle parole

L’utilizzo del linguaggio e la scelta di utilizzare un termine piuttosto che un altro, molto spesso, comportano già una presa di posizione o comunque l’espressione di un determinato universo valoriale, questo perché molte volte il significato di un lemma o di un’espressione ha un preciso significato. L’utilizzo di un termine piuttosto che di un altro può essere frutto di una scelta consapevole, oppure inconsapevole (per ignoranza o disattenzione). La scelta comunque porta ad attribuire all’argomento un significato implicito.

Un esempio di quanto appena espresso, di estrema attualità, è caratterizzato dalla gestazione per altre persone.  Al di là di qualsiasi opinione o dibattito politico è un dato di fatto che ci siano delle differenze lessicali tra l’utilizzo delle espressioni “gestazione per altri o maternità surrogata” e “utero in affitto”. Spesso questi termini vengono usati in maniera interscambiabile, ma non è così. È dunque bene fare un po’ di chiarezza.

Maternità surrogata: una formula neutrale

Mentre i termini “gestazione per altri” o “maternità surrogata” hanno un carattere denotativo, che dunque rimane neutrale, senza connotazioni valoriali o emotive.

Utero in affitto: la commercializzazione della gravidanza

Il termine “utero in affitto” ha una chiara valenza connotativa, riempiendo di un preciso significante le parole usate. Difatti si richiama immediatamente l’idea di una pratica di commercializzazione del corpo femminile. C’è una notevole differenza tra la maternità surrogata a scopo solidaristico, ossia la gestazione portata avanti per altre persone in virtù di legami di affetto, e il portare avanti una gravidanza a fronte di un tornaconto economico, con evidenti rischi per soggetti più deboli e meno abbienti. Anche alla luce dei principio solidaristico previsto dalla nostra Costituzione la differenza tra le due situazioni è abissale e porta con sé notevoli implicazioni.

Il principio solidaristico

La nostra Costituzione, infatti, menziona i “diritti inviolabili dell’uomo”, tra cui, sembra a parere di chi scrive, rientrino le libertà di scelta in senso solidale, tra cui non si vede perché non vi si possa annoverare la possibilità di portare avanti una gravidanza, in modo libero e consensuale, per conto di una persona cara. Si comprende la notevole differenza tra questa ipotesi e la commercializzazione del c.d. utero in affitto.

La gestazione per altri nel nostro ordinamento

Nel nostro ordinamento attualmente non esistono pratiche di GPA liceizzate, le uniche forme di PMA (procreazione medicalmente assistite) sono disciplinate dalla legge 40/2004 e possono essere praticate solo da coppie coniugate o conviventi eterosessuali. In molti paesi d’Europa, tuttavia, è possibile farvi ricorso, così da spingere molti aspiranti genitori a recarsi all’estero per accedervi, incorrendo poi, tuttavia, a non pochi ostacoli burocratici per ottenere la trascrizione dell’atto di nascita del nato. L’attuale dibattito politico si inserisce in questo contesto. Per conoscere gli sviluppi legislativi e giurisprudenziali sul punto non ci resta che attendere.

Il dibattito dell’opinione pubblica sul tema, però, tende ad appiattire il concetto e ad utilizzare i due termini in modo interscambiabile. Queste precisazioni sono dunque utili a comprendere con più chiarezza i recenti fatti di attualità legislativa, nonché ad utilizzare con più consapevolezza un termine piuttosto che l’altro.